
per avere un'idea di quanto poco viene curata la nostra casa nel periodo esami, basta dare un'occhiata al giardino. ci sono erbacce che ci superano in altezza, l'erba arriva al ginocchio, l'edera sta inglobando l'ortensia e tutti gli altri alberelli. in mezzo al giardino uno stendino accartocciato su sè stesso. l'ha urtato (e rotto) qualcuno che, in preda ad ubriachezza acuta, si stava lanciando in giardino per sboccare. l'anno scorso. comunque continuiamo a stenderci i panni. è lì in mezzo al giardino, inutilizzato da settimane, e a guardarlo mi sembra che anche lui possa sentire questo gran caldo che invade venezia, lì in mezzo a soffrire sotto al sole, sempre più piegato dall'afa. desolazione.
desolazione. estate, afa, calura insopportabile, esposizione implacabile di sè. avete mai notato quanto il caldo ci porti ad esporre noi stessi? fisicamente, ma anche interiormente. pudore VS calura... vince calura e manda affanculo il pudore. ciccia trasbordante, pelazzi, ascelle sudate, carne ustionata ed umidiccia, e altre innumerevoli brutture. soppraffatti dalle temperature disumane, ce ne freghiamo ed esponiamo al mondo iper-critico la nostra semi-nudità a volte vergognosa. mi affascina questo cedere della volontà (di solito riluttanti ad esporre sè stessi ma adesso...). alla fine il caldo vin

ed oltre all'esposizione del corpo, si aggiunga l'esposizione dell'interiorità. mai avuti così tanti clienti rompicoglioni accaniti al lavoro, come quando arriva il caldo. esasperati dalla calura, sprizzano fuori come sudore tutte le insofferenze, le arroganze, le stronzaggini, tutto il cattivo carattere che con il freddo si riesce a tenere a bada. anche in questo caso cola giù tutto il fondotinta di falso perbenismo ed educazione che di solito riusciamo ad indossare con disinvoltura. potere nevrotizzante del caldo.
mi diverte osservare tutto questo.
viva l'ascella.
chia
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