venerdì 12 ottobre 2007

...sogni strani...


sì. sogno vermi. un po' di sere fa ho fatto questo sogno stranissimo. sto bevendo un bicchiere di latte, sono a casa di non so chi. il latte fa davvero schifo ma io per educazione continuo a berlo. è pieno di grumi. finisco il bicchiere. dopo poco mi guardo intorno, vedo la caraffa dalla quale è stato versato il latte. e in superficie ci sono centinaia di vermetti grigi che si muovono. terrorizzata penso che quei vermetti adesso ce li ho dentro di me. che ormai il latte l'ho bevuto tutto e non c'è modo di tornare indietro. poi mi sveglio. schifata, mi sveglio. un'altra notte invece, due o tre giorni fa, mi sono svegliata per le mie stesse risate. ridevo talmente forte che mi sono svegliata, ho svegliato anche mauro che dormiva con me e poi, mentre lui si girava dall'altra parte, pensando probabilmente che sono matta, ho continuato a ridere perchè la situazione mi sembrava troppo grottesca e idiota per non costruirci sopra il mio bel quarto d'ora di sana ilarità fai da te. nessuno mi capisce. e ultimamente penso davvero che un po' pazza lo sto diventando. a volte non riesco più a controllare certe mie azioni, e la mia impulsività va contro il mio pudore e la mia pretesa di essere sempre e comunque ragionevole. sto impazzendo. o forse mi sto semplicemente liberando da una miriade di paranoie che non mi permettevano di vivere le cose in maniera tranquilla. il problema è che, se da un lato mi libero da certe ansie e riesco ad affrontare tutto quello che mi circonda in maniera più sana, tranquilla, dall'altro, le paure di sempre, quando riemergono, sono cento volte più taglienti ed ogni volta è un lavoraccio cacciarle via. come al solito stento a capirmi e non faccio altro che aspettare piano piano le mie trasformazioni, che avvengono spontanee e indipendenti addirittura da me stessa. aspetto per poi star lì a rimirare su me stessa il cambiamento ormai compiuto, ancora inconsapevole che già un altro ne sta iniziando. e ad essere ferma non ce la farò mai. e a capirmi fino in fondo non ce la farò mai. la stabilità mi fa gola, ma quando poi la trovo mi stanca in tempo zero. ci sarebbero talmente tante cose da fare, ma si scontrano con le troppo poche opportunità reali di realizzarle. la mente galoppa e il corpo stanco al seguito non riesce mai ad essere all'altezza. e il tempo è come sempre un ostacolo non indiferente. "sono talmente di più di quanto io possa fare" questo metteva in bocca a una sua amica la cara simone de beauvoir, in uno dei suoi libri. e io le do ragione. come può non creare conflitto all'interno di ognuno di noi questa stupida limitatezza? me lo chiedo e non trovo risposta. e smetto anche di pensarci, perchè se lo faccio mi viene da impazzire. ma non preocccupatevi, è solo un mio vaneggio.
chia

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