giovedì 21 febbraio 2008

...vaneggi...


fumare mi dà alla testa. di notte, in treno, mentre torno a venezia. parto in digressioni mentali assurde, un misto di immagini e parole, perdo il filo dopo due secondi, non ricordo più da dov'ero partita. per un attimo lo immagino che mi accarezza. mi sento sfacciata. e avida. stazione. guardo fuori dal finestrino. le persone che camminano mi sembrano basarsi su logiche matematiche superiori, geometrie perfette dell'anti-imprevisto. tutti mi sembrano così tanto, semplicemente, comparse. colpevoli di non poterne fare a meno. mi sparo questo flash delle persone che sono pezzi di un ingranaggio. è assurdo come in un truman show fatto su misura per me. il treno cammina mentre tutto mi sembra strano. seduto nei sedili di fianco al mio, il ragazzo che vende i libri alla mondadori, ci metto qualche secondo a riconoscerlo. e lui, che cosa ci farà in treno a quest'ora? e mi sembra quasi indossare un'aria guardinga e sospettosa. venezia, scendo dal treno. quando fumo tutto mi sembra un mistero. passo sotto quest'impalcatura, luci rosse attenzione, e mi sembra d'esser la fanciulla all'ingresso della bottega delle fate, e mi sembra quasi d'avere uno sguardo più languido e una lacrima gelata sulla guancia. le distanze sempre più distanti. prendo in mano un foglio bianco perchè ho l'obbligo di esprimermi. non riesco più a fare a meno della sua innocenza. dipendenza materna. allo stesso tempo da ragazza. ed è davvero come se fosse di nuovo la prima volta. come se fossi davanti a un adolescente paralizzato/elettrizzato. è la mia prima volta. di fronte all'innocenza così bella. non riesco a non volerla succhiare fino a che la cannuccia tocca il fondo. e poi ancora, come una bambina. non riesco a non volerlo.
chia

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