martedì 29 gennaio 2008

...moccia sì, moccia no...


ultimamente si fa un gran parlare del nuovo film di moccia, tratto pure dal suo libro, scusa ma ti chiamo amore. finora me n'ero gentilmente fregata, ma oggi cazzeggiando su internet, m'è venuta la curiosità, e anche se il film non l'ho visto (e penso anche di non vederlo) sono andata a leggermi qualche recensione in giro. ovviamente pubblico e critica spaccati in due, la via di mezzo è intollerabile se si parla di moccia, si possono prendere solo posizioni radicali, poichè, nello stato italiano, provoca più dibattito un film del moccione piuttosto che le più scottanti vicende politiche ecc. comunque, si passa da chi lancia appelli per trasformare la parola "moccia" in un insulto a chi dichiara il suo amore per il sopra citato scrittore(?)-regista(?) con affermazioni del tipo "se vdo raul bova gli slto addss, raul trppo fiko 6 meglio d skmarcio, niky 6 come me, anki ciò 1 stria damore cn 1 d 42 ani, finalmente moccia ci lascia sognare in pace, lamore nn a confini", messaggi da sgrammaticati che ci mettevo mezz'ora a decifrarli. giusto per inquadrare il target di adolescenti che amano moccia. adolescenti che davvero sono convinti che sia quello il vero amore. ma il vero amore è altro, non è l'orgasmo fisico e mentale di dieci secondi, per poi cambiare direzione quando subentra uno più “fiko” e via con un altro vero amore. è vero, l'amore deve avere la forza di uno schiaffo in pieno viso, ma se quella forza non dura, cosa rimane? amore, secondo me, è superare le difficoltà insieme, riuscire, soprattutto, a superare il tempo che passa, insieme. così, mentre pensavo "oddio forse sto diventando una bigottona peggio di mia nonna", mi sono messa anch'io a pensare a questo film. il libro non l'ho letto, ma dicono sia meglio. però l'idea in sé, pensandoci, mi ha fatto schifo. non il film. proprio l'idea. pensare a quarantenni che si arraperanno nel vedere che un loro coetaneo ce la fa a scoparsi una diciassettenne che, ok, avrà il cervello formato mignon, però che fica, no? poi, pensare a diciassettenni che vedono quello come vero amore, amore senza confini. certo, con uno che ha l'età di tuo padre, e qui freud avrebbe un bel da fare. e io? io, a ventitrè anni, posso considerarmi giovane, no? eppure mi sento già fuori età. e come mi sentirò a quarant'anni quando avrò le tette ben più flosce di adesso e vedrò gli uomini che mi circondano sbavare dietro a sedicenni provocanti, con il malcelato desiderio di infilare il loro cazzo-catalizza-neuroni (quando quello è in funzione è difficile che il cervello risponda) in qualsiasi buco quell'essere fresco e sculettante gli possa offrire (non voglio generallizzare, ma penso che così siano una maggioranza, parlo da figlia di femminista convinta). cosa farò? glielo strapperò il pisello, rendendoli eunuchi finalmente liberi dal desiderio sessuale (o suicidi...dipende dalle reazioni...e da quanto ci tenevano, al loro gingillo...). o imparerò a fregarmene? o diventerò lesbica? quest'ultima soluzione, penso. mi fa schifo, mi fa schifo perchè è lo specchio di una società, lo specchio di un tempo in cui davvero l'unica cosa conta è l'esteriorità, è l'essere sessualmente appetibili. anche se l'altro ha vent'anni in meno. ma fino a un mese fa non si chiamava pedofilia?
chia

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