
reduce da tre giorni di vacanza e di lontananza. e come al solito cosa porta cosa e la lontananza porta all'oggettività. non ne avevo dubbi ma le riconferme non sono mai sgradite.
ho avuto occasione di parlare a lungo con mio padre. le chiacchiere con lui ( che siano i suoi ricordi o discussioni sull'attualità ) sono sempre produttive, per me.
parlare con lui del suo passato, della sua giovinezza, mi aiuta a ritrovare una storia che sia finalmente il presente di allora e non più il passato di adesso. non saprei come spiegarlo diversamente. si può imparare, ne sono sicura. l'orgoglio non deve diventare idiozia. scavare nei sentimenti altrui per crescere. perchè si è tanto reticenti alla comunanza, alla riappropriazione di un'intimità perduta? alla lunga so che anch'io divento scontrosa, impenetrabile. ma perchè?
tornando alle vacanze, penso di aver visto qualcosa più raccapricciante di un piccione mutilato. una sessantenne con le tette visibilmente rifatte. ma almeno a sessant'anni, non ci si può mettere il cuore in pace? accettare che il tempo passa e che le tette si abbassano? no, non si può. e allora v

rispondendo a teddy, secondo me è giusto fare le cose giuste. anche per una questione di praticità. le cose sbagliate di solito sono una menata, portano un sacco di conseguenze altrettanto sbagliate che tu devi in qualche modo aggiustare, e più passa il tempo, più si ingigantiscono, più diventano faticose e difficili da gestire. ora, c'è chi ha un'attitudine adatta e riesce a barcamenarsi con stile in queste situazioni. io no, in questi casi creo casino destinato a peggiorare esponenzialmente. quindi il mio consiglio è di fare la cosa giusta. almeno sei in pace con te stesso, che è la cosa più importante. e nessuno può accusarti di niente, che è altrettanto importante per il quieto vivere. poi, capire cos'è giusto e cos'è sbagliato è un altro bel problema. dimenticati il bianco e il nero, di solito arriva sempre quella valanga di cazzo di sfumature che ti rovina tutte le convinzioni che con fatica avevi costruito.
bei problemi. devo studiare. è giusto o sbagliato stare qui a cazzeggiare quando c'è un libro già aperto che mi aspetta sul tavolo? povero libro. sempre la seconda scelta. prima o poi si stancherà di me. lo so.
giovedì mattina. è da domenica pomeriggio che non tocco una sigaretta. è dura.
arrivo libro.
chia
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